Sito del Centro di Documentazione Franco Salomone

Recensione

A proposito di
"Un rivoluzionario di Ponente. Franco Salomone: le lotte di ieri, l'alternativa di domani"

Raccolta di scritti di Franco Salomone, comunista libertario e segretario della CGIL di Savona (a cura di R. Meneghini e D. Romito), pubblicata dal Centro Documentazione Salomone.

Salomone cresce nella Savona operaia di Marzocchi e Cervetto (ai funerali di Cervetto, proveniente dall'anarchismo e fondatore di "Lotta comunista", l'unica bandiera non comunista sarà quella anarchica di Salomone), milita nelle organizzazioni anarchiche (FAGI, FAI), poi in organizzazioni comuniste libertarie, approdando alla Federazione dei Comunisti Anarchici (FdCA). Il sindacato è la CGIL.

Tra gli scritti antologizzati, "La questione della rivoluzione. Relazione al 3° Congresso dell'Union des travailleurs communistes libertaires", intriso di marxismi (Lenin, Engels, Marx, Castoriadis), attento alle questioni della "fase di transizione". Nella sezione fotografica, si vede la bandiera ispirata alla gioventù libertaria spagnola, con un aquilotto che rompe le catene e la scritta "Né servi né padroni", cucita dai giovani savonesi quando la divergenza con la FAI diventò irreversibile e issata per l'ultima volta da Salomone il 1° maggio 2007, poco prima di morire.

Leggendo "Un rivoluzionario di Ponente", chi è nato dopo il 1968 si chiede: quale centralità ha, oggi, la fabbrica? L'efficienza dell'organizzazione risolverà le crisi del movimento operaio, delle sinistre e le cicliche crisi dell'anarchismo? Una strategia che porta un libertario ai vertici della CGIL, quanto rende combattiva e libertaria l'azione del sindacato?

I giovani che negli anni Settanta crearono le organizzazioni comuniste libertarie guardavano ai Gruppi Anarchici di Azione Proletaria (i GAAP) l'organizzazione orientata e federata che, venti anni prima, progressivamente lasciò la Federazione Anarchica Italiana. Se sul piano filosofico, nella FAI, era inconciliabile la posizione di Cesare Zaccaria con quella di Cervetto, Parodi e Masini, la politica non è mediazione di posizioni generazionali, personali, filosofiche non omogenee? Chi, in quegli anni, non era ancora nato pensa all'accelerazione che va dai fatti d'Ungheria (1956) all'Autunno caldo (1969) e si chiede che incidenza avrebbe avuto su quei fatti un anarchismo unito, capace di conciliare l'approccio culturalista di Volontà di Zaccaria e della Berneri (cui era abbonato il marxista Danilo Montaldi, attento interlocutore dei GAAP) e i comunisti libertari come Parodi, Cervetto, Aldo Vinazza. Sappiamo com'è andata. Non resta che imparare dal passato. Ammesso che ci sia qualcosa da imparare e che il passato insegni.

Luca Albertosi

Articolo pubblicato sul N° 138 di "Cenerentola", settembre 2011.